Per tutte le mamme arriva sempre il momento della fatidica domanda:
“A quanti anni devo portare mio figlio dal dentista?”
La salute della bocca dei bambini deve essere seguita prima ancora della nascita, durante la gravidanza (approfondisci la lettura): se la sua bocca è sana la mamma non corre il rischio di dover fare cure potenzialmente rischiose per il futuro bambino e non si accumulano batteri pericolosi per la salute.
Il primo dente da latte spunta intorno ai 4-8 mesi, di solito gli incisivi inferiori. Normalmente non è necessario portare il bambino così piccolo dal dentista perché di regola i denti spuntano senza grandi problemi: possono esserci fastidio o dolore in qualche caso, aumentata salivazione, irrequietezza, cambia la flora batterica della bocca e quindi intestinale.
È invece fondamentale che la mamma o il papà si informino presso il dentista esperto nelle cure dei bambini su alcune importanti regole alimentari, di igiene orale e su come avviene il normale sviluppo dei denti e della faccia nei primi 24-36 mesi di vita del loro bambino.
Di regola consiglio la prima visita dal dentista entro e non oltre il 3° anno del bambino per tre motivi:
Fatta la prima visita saranno sufficienti controlli ogni 6-12 mesi: i controlli sono forse più importanti della prima visita perché entro un periodo così breve è difficile che si possono sviluppare problemi gravi come carie profonde che richiedono terapie complesse.
In questi casi di solito non forzo il bambino a sedersi sulla poltrona, gli chiedo di farmi un sorriso seduto in sala d’attesa, gli faccio credere che sia lui a condurre il gioco ma pian piano lo convinco ad aprire la bocca per un controllo rapido. Chiedo poi ai genitori di rimanere in sala d’attesa e di lasciar giocare il bambino fissando un controllo in tempi più rapidi. Il bambino verrà portato ancora a “giocare nello studio del dentista dei bambini” entro massimo 2 mesi così che possa associare il dentista e lo studio a un’esperienza di gioco e assolutamente priva di ansia, paura o dolore.
Raramente è capitato che al secondo controllo il bambino non si sia seduto sulla poltrona e non si sia fatto fare una visita tradizionale!
Distinguo di solito due aspetti:
Il colloquio con i genitori riguarderà gli aspetti dell’alimentazione, dell’igiene orale e le istruzioni su cosa controllare nella bocca del bambino e nei suoi atteggiamenti come il ciuccio o il dito in bocca, posizione della lingua, l’intervista per intercettare la respirazione orale, ecc. Vengono anche date alcune fondamentali istruzioni su cosa fare in caso di traumi dei denti e cosa fare per evitarli.
La visita del bambino, mascherata da gioco, servirà a fargli prendere confidenza con lo studio e con il personale: è fondamentale che le assistenti, la segreteria e i dottori siano istruiti e preparati nell’approccio psicologico e alle cure del bambino.
Il bambino non è un adulto piccolo! È realtà completamente diversa da un punto di vista psicologico e medico e come tale richiede un dentista esperto nella cura dei bambini.
Si spiega come funziona la poltrona, lo si fa giocare con i tasti che la alzano e abbassano; si accende la luce e gli si fa vedere gli strumenti che si usano, solitamente lo specchietto, la sonda (appoggiandola delicatamente sull’unghia per far vedere che non fa male), l’aspiratore detto anche “la cannuccia per la saliva” e lo strumento per l’aria che io chiamo il “phone per asciugare i dentini”.
Il tempo in poltrona del bambino con la bocca aperta raramente supera 1-2 minuti: in questo breve lasso di tempo si possono controllare i molari da latte e la presenza di carie. Tutto il resto si può controllare osservando il bambino: se respira a bocca aperta, come deglutisce, come parla.
Ma, soprattutto, dalla prima visita si capirà se il bambino sarà un paziente “facile”, come dico io “meglio di un adulto”, o se richiederà uno sforzo maggiore in caso di cure.
I genitori, tra una visita di controllo e la successiva, dovranno
I denti dei bambini e le ossa della faccia hanno uno sviluppo continuo fino ai 17 anni: alcune abitudini comportamentali possono influenzare in modo negativo la masticazione del bambino.
Di cosa si tratta?
Questi, che sono comunemente chiamati “vizi”, sono in realtà espressione di problemi più complessi del bambino: la respirazione orale è espressione di patologie o alterazioni di sviluppo del naso e della gola; la pronuncia errata può essere dovuta a una scorretta posizione della lingua; il dito in bocca o il ciuccio oltre una certa età, talvolta, sono espressione di problematiche psicologiche e relazionali.
Tutte queste alterazioni funzionali creano problemi ai denti e scheletrici.
L’argomento è dibattuto e non c’è una risposta SI – NO.
Io consiglio sempre di basarsi su una serie di fattori, tra i quali il più importante è l’alimentazione (leggi l’articolo).
Studio Dott. Massimiliano Lombardo
Dentista Bergamo
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